Mercoledì, 29 Ottobre 2014 01:00

La nostra Route Nazionale - parte seconda

Scritto da  Noemi Torri
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A San Rossore ad accoglierci, oltre alla notte fonda, uno spettacolo incredibile: enormi distese di prati, colmi di tende, tutte piantate a schiera e in perfetto ordine; stanchezza e fatica si facevano sempre più lontane lasciando spazio, passo dopo passo, a gioia e stupore.
A coronare il tutto, l'impazienza, sempre più forte, per quello che avremmo visto l'indomani mattina.
Il giorno dopo, infatti, la Route Nazionale è stata ufficialmente inaugurata dalla cerimonia di apertura: tutti noi, 36.000 ragazzi provenienti da tutto il Paese, abbiamo trovato spazio davanti al grande palco della Piazza del Futuro dove abbiamo passato attimi di festa e divertimento.
Le giornate a San Rossore erano ricche di ogni genere di esperienza: racconti e testimonianze di persone che nelle loro vite vivono il coraggio, tema ufficiale della Route Nazionale.


tendeIn questi quattro giorni, noi tutti scout italiani, abbiamo potuto comprendere appieno il vero significato della parola "confronto": 456 alfieri eletti per ogni clan/fuoco di formazione (gemellaggi tra due o più clan/fuoco) hanno lavorato per costituire la Carta del Coraggio, un documento che raccoglie ogni singola riflessione che ciascun gruppo ha fatto durante tutto l'anno sul tema del Coraggio. Nella stessa, prima si espone cosa noi ci impegniamo a fare e, solo dopo, si esplicitano le nostre richieste alle istituzioni italiane che ci rappresentano: il Governo, l'Agesci e la Chiesa. Il tutto in pieno stile scout, riassunto perfettamente da J.F. Kennedy nella sua celebre frase "Non chiedetevi cosa il Paese può fare per voi, chiedetevi cosa potete fare voi per il paese". Abbiamo fatto politica, quella buona politica che deriva dal servizio e dall' ascolto di chi ti sta davanti, ribadendo il concetto che non si può pretendere un cambiamento se prima non siamo disposti a cambiare noi stessi.
papaUn'altra cerimonia sancì la "fine" della Route, quella del 10 Agosto. Dopo aver assistito alla messa del cardinale Bagnasco, una sorpresa ravvivò l'animo di tutti: la telefonata di Papa Francesco, accolta da applausi, grida di gioia e persino cori di felicità.
36.000 persone in silenzio, una sola che parlava, questa è la forza dell'ascolto!. "Coraggio! Questa è la virtù per eccellenza dei giovani. Il mondo ha bisogno di giovani coraggiosi, non timorosi. Di giovani che si muovano sulle strade e non che siano fermi: con i giovani fermi non andiamo avanti! Di giovani che sempre abbiano un orizzonte per andare e non giovani che vanno in pensione! È' triste! È' triste guardare un giovane in pensione. No, il giovane deve andare avanti con questa strada di coraggio. Avanti voi! [...] Cari giovani, cari ragazzi e ragazze vi saluto di qua e vi auguro il meglio. Non abbiate paura, non lasciatevi rubare la speranza. La vita è vostra!" Queste sono solo alcune parole del discorso di Papa Francesco, parole che da subito hanno avuto un effetto oltre che di commozione, quasi come di risveglio in noi.
Dopo il discorso di Papa Francesco, prese parola il Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Nessun discorso che rimandasse ad aspetti politici, nessuna parola che manifestasse un tentativo di campagna elettorale, ma bensì parole di fiducia, parole che solitamente ci si sente dire dai migliori amici o dai genitori, parole che a noi giovani farebbe piacere sentire più spesso anziché le solite critiche a cui siamo soggetti.
Alcuni potrebbero pensare che dovremmo scrivere che l'esperienza della Route è finita alla cerimonia di chiusura del 10 Agosto. Ma dire così sarebbe una bugia per noi. E' vero il 10 Agosto siamo usciti dal parco di San Rossore, ma solo dopo aver fatto nostro lo spirito di quei giorni. La nostra Route non è finita lì ma vive ancora dentro di noi, nelle nostre scelte presenti e future. San Rossore ci ha insegnato ad essere cittadini migliori, più critici all'interno della vita della nostra comunità e con un occhio ancora più attento a quelle che sono le esigenze di cui essa ha bisogno; ma ancora prima ad essere persone migliori; donandoci maggiore consapevolezza nelle nostre capacità.
E per ultimo, ma non meno importante, ci ha insegnato cos'è il coraggio e come, oggi, metterlo in pratica per cambiare in meglio, noi stessi e il nostro Paese.
La Route Nazionale non dura 10 giorni, questa Route durerà tutta la vita.

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