Sabato, 10 Febbraio 2018 12:47

Abbiamo scoperto cosa significa la vita in carcere

Scritto da  Hic Sunt Somniatores
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Un punto della legge scout recita: La guida e lo scout "si rendono utili e aiutano gli altri". Questo è quello che abbiamo cercato di vivere durante i primi mesi di quest'anno.
Siamo il Noviziato del gruppo scout Brugherio 1, un gruppo di 10 ragazzi di 16 anni, che stanno vivendo un anno particolare del nostro percorso all'interno dello scoutismo; un anno intenso, di continue e ricche esperienze che ci porteranno a riscoprire la Promessa e la Legge scout e a sceglierne, alla fine, in modo consapevole, tutti i valori come nostri valori quotidiani.
Proprio per questo le nostre maestre ci hanno proposto varie esperienze finalizzate all'aiutare il prossimo: organizzando giochi per ragazzi autistici, condividendo una cena con gli ospiti di un asilo notturno, animando una Messa in carcere.
Tutte queste occasioni ci hanno dato permesso di confrontarci con realtà differenti dalla nostra, dandoci modo di scoprire una parte del mondo molto più vicina a noi di quanto non sembri, porgendo ad altri la nostra opera, sostenendo con i propri mezzi chi si trova in difficoltà: fare del proprio meglio.
Lo scoutismo insegna ad allargare la mente a nuovi orizzonti, ma in particolare l'anno di noviziato serve a fare quel passo in più, quel salto di qualità che ci permette di confrontarci con il mondo degli adulti. Ci insegna a scegliere, a sapersi programmare, a sapersi affidare.
Trovarsi davanti a persone con storie particolari ti rende vulnerabile.
Ti fa capire che un errore, talvolta anche stupido, può portarti via tutto.
All'asilo notturno, ad esempio, abbiamo incontrato persone esattamente come noi: si vestono, mangiano e bevono come siamo soliti fare; hanno "semplicemente" avuto sfortuna e il giorno dopo si sono ritrovati in mezzo alla strada.
Ma il percorso che più ci ha intrigato è stato quello in preparazione all'esperienza carcere.

Durante questo ultimo mese abbiamo avuto modo di incontrare due volontari della Casa Circondariale di Monza, che quali ci hanno aperto gli occhi e il cuore sulla loro esperienza di servizio in carcere; abbiamo conosciuto un ex detenuto e il suo racconto riguardo a cosa significa "vivere il carcere e sopravvivere al carcere" e ci siamo confrontati con don Augusto Panzeri, cappellano della Casa Circondariale di Monza, sulle motivazioni che lo spingono ad accompagnare e supportare spiritualmente gli ospiti della casa circondariale.
È stato un percorso intenso ed illuminante, concretizzatosi in un'occasione unica di incontro e servizio, ovvero la possibilità di andare domenica 4 febbraio ad animare con musica e canti le SS.Messe celebrate nella cappella del carcere da Don Augusto e quindi, in prima persona, di "respirare l'aria" all'interno delle mura di detenzione di Monza.
Questo cammino di conoscenza e scoperta ci ha trasmesso un forte messaggio: "dare una mano", gesto semplice ed essenziale che può davvero portare al cambiamento il nostro mondo, aiutando qualcuno che è in difficoltá, qualcuno che si sente dimenticato, qualcuno che si sente solo; per noi questo si traduce nel SERVIZIO, motore fondamentale del nostro essere scout, del nostro sentirsi vivi e utili, del nostro essere umani.

<<Il modo più rapido e sicuro di procurasi la felicità è di rendere felici gli altri. O almeno di aiutarli se non possiamo farli felici.>>
Lo stesso Baden Powell afferma: <<Avete quindi nella vita la scelta tra due alternative: l'egoismo o il servizio . L'egoismo è facile e comodo: il servizio comporta sacrificio. Ma la disponibilità a sacrificare il tempo o il piacere, e perfino la propria vita se occorre, è il test del vero uomo.>>

 

 pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.6 del 10 febbraio 2018

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