Venerdì, 26 Febbraio 2016 23:37

Peccato non esistessero scout anche al tempo di Gesù ...

Scritto da  Daniele Cignoli
Vota questo articolo
(0 Voti)

ALLORA IL DIAVOLO GLI DISSE: «SE TU SEI FIGLIO DI DIO, DI' A QUESTA PIETRA CHE DIVENTI PANE». GESÙ GLI RISPOSE: «STA SCRITTO: "NON DI SOLO PANE VIVRÀ L'UOMO"». Dal Vangelo della I domenica di Quaresima, Lc 4, 1-13


Peccato non esistessero scout al tempo di Gesù, perché lui di certo, sarebbe stato il migliore! Non solo perché amava vivere in modo essenziale, a contatto con la natura, immerso in una comunità ... Gesù sarebbe stato un ottimo scout perché era in grado di educare sé stesso!
Credo che questa sia davvero la cosa più importante per chiunque: genitori, insegnanti, sacerdoti, capi scout, allenatori ... a maggior ragione per quanti si vedono affidare dei giovani e dei ragazzi. Come possiamo pretendere di educare gli altri, se non abbiamo prima voglia di educare noi stessi?

In questo brano di Vangelo è descritta quella che credo essere la sfida più difficile per un educatore: rimanere coerenti agli ideali e alle motivazioni che stanno alla base della propria scelta, senza cedere alle tentazioni che ci si pongono di fronte ogni giorno della nostra vita. Gesù è bravissimo a fare questo e qui ci ricorda che ci si educa con precisi riferimenti e strumenti.

Come scout e come cristiani ... basta pensare ai dieci comandamenti e ai dieci articoli della legge scout, al nostro battesimo e ai sacramenti come pure alla nostra promessa. Gesù è da solo nel deserto, affamato e stanco. Si mostra vulnerabile come ognuno di noi, ma allo stesso tempo è libero e forte. È in grado di affrontare le tentazioni in tutta tranquillità. Non cerca di spiegarsi o discutere col diavolo. Nemmeno perde tempo, non si lascia disturbare oltre. Si fida del Padre, si sente figlio prima che uomo. Si fida della parola di Dio prima che delle proprie opinioni. Gesù risponde con l'adesione incondizionata alla Sacra Scrittura e con la fedeltà alla missione che gli è stata affidata dal Padre.

Credo che ogni tanto, sia necessario fermarsi, staccare almeno per un secondo dalle frenesie della giornata, ritagliarsi un proprio momento di deserto e riflettere su quali siano le motivazioni che ci spingono ad impegnarci nel nostro servizio, qualunque esso sia. Ed è importante che queste non vengano mai meno, ma che continuiamo a ricordarcele, in modo che anche il nostro servizio non venga mai meno e non perda di significato.

Letto 1267 volte