Nel quinto articolo della Legge Scout viene richiesta una caratteristica specifica l'essere cortese.
Ai giorni nostri questa parola richiama qualcosa di vecchio, quasi medievale, ed è proprio da quel periodo storico che deriva. Si riferisce chiaramente alla corte del re, del governante, dei cavalieri, dove ognuno era tenuto a conoscere le buone maniere, essere garbato nel modi di parlare, rispettando determinate regole di comportamento. La società cavalleresca che ha ispirato sir Robert Baden-Powell nell'ideazione dello scoutismo.
Oggi potremmo attualizzare questo termine nell'essere educati, gentili, eleganti, sia nei fatti e che nel linguaggio.
Un compito non sempre facile nella società moderna, dove i mass media sono sempre più sguaiati e volgari. Dove aggressività e arroganza dominano la cronaca quotidiana.
Come fare allora ad educare i ragazzi e le ragazze scout a questi valori?
Un grandissimo aiuto ci è stato regalato da Papa Francesco quando ha invitato a riscoprire tre semplici parole e a metterle in pratica quotidianamente: permesso, grazie, scusa.
Tre parole ma un'unica direzione: l'altro. Non possono essere autoreferenziali, ma devono obbligatoriamente coinvolgere un'altra persona.
L'attenzione si sposta sul rispetto della libertà degli altri, che guida le nostre azioni e le nostre parole.
In quest'ottica chiedere il permesso non sarà più una limitazione delle cose che posso fare, ma la certezza di non limitare la libertà di colui al quale ho chiesto.
Ringraziare non sarà più un atto formale, ma il riconoscere che mi è stato donato qualcosa che non sarei riuscito ad ottenere senza chi mi ha aiutato.
Scusarsi non verrà più vissuto come l'umiliazione di noi stessi, ma la consapevolezza di riconoscere un errore che potrebbe aver ferito chi mi sta vicino.
Inevitabilmente l'essere cortesi non si limiterà più alla vita scout, ma si allargherà alla vita cristiana e, perché no, alla vita civile, mettendoci in discussione come capi scout, genitori, nonni, educatori, sacerdoti, catechisti, politici ...
Solo così sarà possibile trasmettere ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze il valore dell'essere cortesi.

  

 

pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.18 del 5 maggio 2018

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"La guida e l'esploratore sono amici di tutti e fratelli di ogni altra guida e scout".

È questo l'articolo della legge scout che ha guidato l'evento della zona di Milano Nord e Monza e Brianza tenutosi lo scorso weekend di Aprile presso il parco della Besozza (Pioltello).

Circa duecento ragazzi tra i dodici e i sedici anni, provenienti da tutte le aree della zona (tra cui Brugherio), si sono riuniti per vivere insieme l'esperienza del San Giorgio, una ricorrenza dedicata al patrono del Reparto (la branca caratterizzata da scoperta, competenza e responsabilità affrontate tramite l'avventura).

I ragazzi si sono sfidati tra loro, si sono confrontati, ma soprattutto si sono incontrati mostrando con trasparenza le loro capacità e le loro difficoltà e sperimentando realmente cosa significhi fratellanza, al di là delle diversità.
"Sai da soli non si può fare nulla, sai aspetto solo te. Noi, voi tutti vicini e lontani, insieme si fa un arcobaleno di anime".

Erano queste le parole scritte sull'invito per una "festa" che i bambini del branco "roccia della pace" (Brugherio) e "popolo libero" (Pioltello) hanno consegnato ad alcune persone della comunità pakistana di Pioltello.

Lo scorso weekend, in occasione della festa di primavera, i due branchi hanno avuto la possibilità di trascorrere insieme due giorni di gioco e di condivisione.

In particolare domenica, hanno incontrato bambini, ragazzi ed alcuni adulti della comunità pakistana che gli hanno insegnato a giocare a cricket. E così tra risate e divertimento hanno trascorso insieme ore piacevoli.

Questa giornata ci ha insegnato che siamo unici proprio perché diversi e che facciamo tutti parte di uno stesso "arcobaleno".
"Ama il prossimo tuo perché̀ è come te stesso".

Questa bellissima verità̀ ha potuto risuonare nell'appena passato weekend del 21 e 22 aprile, durante la Festa di primavera che ha visto protagonisti molti branchi scout della zona.

In particolare a Brugherio, il branco "il gabbiano" e "il popolo libero", del gruppo di Cormano, hanno condiviso momenti di incontro e conoscenza.

Grazie a Cinzia (dell' associazione Mutar), attraverso un' attività̀ di musicoterapia, abbiamo capito quanto sia importante dare spazio al prossimo.

Abbiamo conosciuto Emanuele che attraverso i suoi limiti, ci ha aiutato a riconoscere i nostri.

Quando conosciamo i colori dell'amicizia e della condivisione, la diversità̀ non è più̀ un ostacolo, ma una grande ricchezza.

 

 

pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.17 del 28 aprile 2018

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Martedì, 24 Aprile 2018 18:08

30° Brugherio 1

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Scopri la nostra pagina Facebook dedicata al trentesimo anniversario della fondazione del nostro gruppo.

 

Pubblicato in 30° Brugherio 1

͞Ma cosa si fa agli Scout?͟Ma vendete i biscotti? Aiutate le persone anziane ad attraversare la strada?

Ma, esattamente, cosa si fa insieme agli scout?

Sono domande che tutti noi ci siamo sentiti chiedere spessissimo e a cui forse molte persone pensano quando hanno a che fare con persone scout.

Al di là di smentire banali luoghi comuni, non neghiamo che,anche dopo molti anni passati con il fazzolettone al collo, trovare una risposta completa è una cosa molto difficile.

Crediamo che alcune esperienze, per essere comprese nel miglior modo possibile, vadano vissute. Soprattutto un'esperienza come un percorso che comprende gran parte della crescita di una persona.

Il desiderio di far conoscere meglio lo scoutismo ci ha spinto a sognare in grande: immaginare di offrire a 50 bambini dagli 8 ai 12 anni dello spazio e del tempo per essere testimoni di cosa voglia dire essere Scout e essere un Lupetto.

Il pomeriggio di sabato 14 aprile ci ha visti impegnati nella realizzazione di questo sogno: ogni bambino iscritto al gruppo Scout (e ogni capo) ha avuto la possibilità di invitare dei propri amici per un pomeriggio di gioco, un ͞assaggio͟ di vita Scout e di Branco.

Per offrire un'esperienza coerente con la proposta dello scoutismo abbiamo cercato di vivere e di far vivere questo pomeriggio come se fosse una normale attività di Branco.

Ogni bambino ha avuto la possibilità di essere protagonista, di mettersi in gioco con tutte le sue qualità e di stringere nuove amicizie.

I giochi sono stati vissuti insieme ed è proprio giocando, attraverso un'esperienza concreta, che la scoperta di ͞cosa si fa con gli scout͟ trova una risposta reale: una risposta che rispetta il linguaggio dei più piccoli.

La chiusura dell'attività è stato un momento forte di gioia condivisa. 90 bambini e 15 adulti si sono riuniti in un unico grande cerchio per recitare il Padre Nostro e per salutarsi tutti insieme.

Speriamo di aver lasciato un bel ricordo nel cuore di ogni bambino invitato.

 

 

 pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.16 del 21 aprile 2018

Pubblicato in LC
Sabato, 24 Marzo 2018 19:30

COMUNITÀ CAPI IN CAMMINO

"Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono di Cristo Gesù"
Durante lo scorso week-end, del 16-17-18 Marzo la Comunità Capi di Brugherio, così come le Comunità Capì di tutta Italia, ha vissuto forti momenti di riflessione e di condivisione.
Ma cos'è la "Comunità Capi"?
La Comunità Capi (detta Co.Ca. per abbreviazione) è la comunità degli educatori del gruppo scout ed ha come mandato prioritario l'educazione dei ragazzi che le sono affidati attraverso il metodo dello scoutismo.
Ogni capo, dal più giovane al più esperto, "condivide la responsabilità educativa" ed è consapevole che le sfide si affrontano insieme, attraverso un confronto fitto e sincero, condividendo passione e entusiasmo... ed è proprio così che la comunità diventa una risorsa.
Tra le urgenze del gruppo, i bisogni imminenti dei ragazzi e l'organizzazione di eventi, durante i giorni trascorsi insieme ci siamo infatti confrontati per aiutarci sia a guardare lontano, pensando ed immaginando insieme il cammino dei prossimi anni, sia a vedere le scelte di tutti i giorni attraverso la lente del discernimento, che siamo chiamati a compiere costantemente.
Ma in concreto a cosa siamo chiamati?
Siamo chiamati a compiere delle scelte partendo dalla lettura delle nostre emozioni attraverso la ragione affinché le nostre azioni siano specchio degli insegnamenti di Cristo. Proprio la comunità capi, come comunità cristiana, parte della Chiesa missionaria nell'educazione, è il luogo in cui, per noi, ha inizio il cammino di discernimento.
Il fine settimana si è concluso con la celebrazione della S. Messa con l'Arcivescovo Mario Delpini nella chiesa di S. Vittore al Corpo a Milano, con la partecipazione di alcune comunità capi di Milano e della Brianza.
L'Arcivescovo ha sottolineato come la nostra epoca si arrenda sempre più frequentemente ad un continuo "oramai", invitandoci a vivere la speranza anche di fronte a ciò che appare impossibile.
Questo suo invito ci stimola a proseguire la nostra azione educativa ricordandoci che è sempre possibile "dare un calcio all'IM-Possibile".

 

 pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.12 del 24 marzo 2018

Pubblicato in CoCa
Venerdì, 16 Marzo 2018 18:50

Che impresa essere scout!

Eh sì, è proprio un'impresa...costa fatica, serve un obiettivo verso il quale puntare, ci vuole progettazione, una certa quantità di determinazione e di passione; ma una volta che si ha finito, sai che "fiesta"?!!


L'impresa per il Reparto è prima di tutto uno stile, il modo di fare le cose; è un caposaldo del suo essere.


In Reparto è anche attraverso l'impresa che si vive l'avventura, l'atmosfera di avventura è l'esca che spinge i ragazzi all'azione, è uno strumento che li aiuta a sviluppare il loro senso critico, a portare a termine ciò che si è iniziato acquisendo nuove competenze cercando di incidere, nel loro piccolo, sulla realtà che li circonda per produrre dei piccoli cambiamenti.

Loro stessi raccontano l'impresa come: "un modo per trascorrere il tempo e divertirsi con la squadriglia, dove ognuno si può mettere in gioco" - "dove si uniscono le abilità e i talenti dei membri della squadriglia per raggiungere un obbiettivo" - "ognuno ha un suo compito e questo è molto utile perché mette in risalto la collaborazione tra di noi mostrando i nostri talenti" - "rappresenta il momento di massima realizzazione della squadriglia" - "è ciò che rende una squadriglia tale" - "vivere un esperienza decisa insieme e che piace a tutti; per questo si vive al massimo facendo del proprio meglio" - "un'occasione per unire la squadriglia" - "è una sfida da affrontare".


Ma non è sempre facile mettere in pratica le parole, come in tutto ci vuole impegno ma spesso non basta...e allora ci si arrende? Ci si lascia abbattere da una sconfitta?!

Nient'affatto, l'impresa è fatta per sognare e provare; se non si riesce a realizzare vorrà dire che si avrà l'occasione di capire dove si è sbagliato per "giocarsi", ancora meglio, nella prossima occasione. Non si tratta, quindi, solo di un insieme di tecniche da mettere in pratica, ma di un modo di affrontare l'esistenza che favorisce anche lo sviluppo di uno stile personale.

"Per noi l'impresa è un modo per trascorrere il tempo e divertirsi con la squadriglia, dove ognuno si può mettere in gioco per poter raggiungere insieme agli altri il proprio obbiettivo. È un'esperienza formativa, perché comprende la parte del progetto e quindi di preparazione e la parte pratica dove si dimostra ciò che si sa fare". Sq. Falchi


"Per noi l'impresa é una missione dove si uniscono le abilità e i talenti dei membri della squadriglia per raggiungere un obbiettivo".
"L'impresa è una parte importante dello scoutismo, dove ogni membro della squadriglia, riesce a realizzare un suo sogno mettendosi in gioco e mettendo in risalto le sue capacità."


Ogni persona ha un suo compito è questo è molto utile perché mette in risalto la collaborazione tra di noi e dimostra a tutti i nostri talenti". Sq. Rondini


"Per noi l'impresa è un punto fondamentale della crescita della squadriglia che partendo dalla collaborazione di ciascuno definisce il suo ruolo. Rappresenta il momento di massima realizzazione della squadriglia, dove ogni singolo mette in gioco le proprie abilità che vengono valorizzate a pieno."


"Per noi l'impresa è ciò che rende una squadriglia tale. La possibilità di aiutare qualcuno è migliorare noi stesse mettendoci in gioco e condividendo le nostre abilità."


"Per me l'impresa di squadriglia è un modo di conoscere meglio i componenti della mia squadriglia, un modo di imparare a organizzarsi, a essere cooperativi e un modo di vivere un esperienza decisa da se stessi e che, di conseguenza, piace a tutti i membri della squadriglia. Per questo si vive al massimo, facendo del proprio meglio per raggiungere un obbiettivo comune". Sq. Tigri


"Per noi l'impresa è un'occasione ideata con lo scopo di unire la squadriglia utilizzando un'attività come mezzo per aiutarci nel farlo." Sq. Antilopi

"L'impresa è una sfida da affrontare." Sq. Pantere

 

 

pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.11 del 17 marzo 2018

Pubblicato in EG
Venerdì, 09 Marzo 2018 23:04

Semel Scout, Semper Scout

Il motto che Robert Baden-Powell, fondatore del movimento scout, ha coniato sin dall'inizio della sua opera educativa è semplice e diretto: "Semel Scout, Semper Scout" che in italiano si traduce "Scout una volta, Scout per sempre".

E' un impegno diretto a mantenere una promessa, la stessa in tutto il mondo, che "se Dio vuole" è per sempre.
In questi 30 anni di scoutismo a Brugherio più di 450 ragazzi e ragazze hanno promesso "sul proprio onore" di essere scout per sempre, ma è solamente a circa 50 di essi che abbiamo voluto dedicare una serata speciale per "Ricordare, Raccontare, Immaginare".
Sono i capi che hanno permesso al gruppo di nascere, crescere e, alle volte, sopravvivere.
Grazie al loro impegno e al loro entusiasmo hanno contribuito all'educazione di quei ragazzi/e che, oggi adulti, continuano a testimoniare i valori scout in ogni ambito della propria vita.
Durante la serata, attraverso video e fotografie storiche, è stato bello "Ricordare" tutte le avventure trascorse insieme: una carrellata di emozioni e ricordi che hanno lasciato un segno, una traccia da seguire.
Inevitabile poi "Raccontare" come è cresciuto e si è trasformato il nostro gruppo in questi trent'anni, tra successi, delusioni, ostacoli da superare, soddisfazioni, traguardi raggiunti...
Una storia che ci porta oggi ad avere basi solide, con lo sguardo rivolto verso il futuro.
Si tratta dunque di "Immaginare" il nostro gruppo tra 30 anni e chi meglio di questi capi può darci un contributo visionario? Chi, con la propria esperienza e maturità, può darci una lettura realista e sognatrice delle nuove sfide educative che dovremo affrontare negli anni a venire?
Abbiamo voluto lanciare questa ardua sfida che, tra sbigottimento e stupore, è stata accettata!
Avanti dunque a nuovi incontri, nuove discussioni, nuovi confronti ... nuove serate insieme per i nostri ragazzi/e, per "lasciare il mondo un po' migliore di come lo abbiamo trovato".


P.S. ci sarebbe piaciuto nominarli tutti, ringraziarli della loro presenza, della loro partecipazione anche con collegamenti video da Novara-Modica-Londra, ma siamo convinti che, a nome di tutti, bastino due persone, i nostri fondatori Massimo UA Viganò e don Mario Longo. GRAZIE.

 

 pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.10 del 9 marzo 2018

Pubblicato in CoCa
Venerdì, 02 Marzo 2018 18:45

La giungla è grande per il cucciolo

Sabato 17 febbraio noi del branco Il Gabbiano abbiamo invitato nella nostra tana, che nel mondo scout indica il luogo dove vengono svolte le attività, degli ospiti speciali con cui condividere il pomeriggio: alcuni ragazzi del gruppo Llamada Ecuador che lo scorso Agosto hanno trascorso quattro settimane in missione a Zumbahua (Ecuador).
Il maestro della Legge, l'orso bruno Baloo, insegna a tutti i lupi che "la giungla è grande e il cucciolo è piccolo"; per questo, attraverso un gioco, abbiamo scoperto insieme alcuni Paesi del Mondo.
Cercando di ricomporre il Mappamondo, ci siamo accorti che qualcuno ci aveva rubato alcune Nazioni e grazie al nostro fiuto abbiamo scoperto che il ladro era scappato e si era rifugiato in Ecuador. Quindi, dopo aver ricomposto la mappa siamo andati a caccia del furfante, ma giunti in quel bellissimo Paese siamo stati subito assorbiti dalla vita coinvolgente del posto. Lì, gli amici di Llamada Ecuador ci hanno accolti con dell'aguita (tè caldo)e invitati ad ascoltare la loro esperienza.
Sara e Claudia ci hanno raccontato la vita all'interno di una casa di accoglienza per bambini, di come i bambini, anche se non sono fratelli di sangue, vivono come una vera e propria famiglia, dove il più grande aiuta il più piccolo e ognuno ha la possibilità di crescere in un ambiente felice.
Samuele e Gabriele invece ci hanno spiegato come hanno costruito una casa (con le loro mani, mattone dopo mattone!) per e assieme ad una famiglia del posto.
Abbiamo capito che a definire la casa non sono solo le pareti e il tetto ma anche il tempo condiviso nel lavoro, chi ci abita e chi viene accolto.
Casa è quel luogo dove essere sé stessi e sentirsi al sicuro perchè amati.
Anche la nostra tana è un po' la nostra casa, dove tornare con gioia e ritrovare i nostri amici.

 

pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.9 del 2 marzo 2018

Pubblicato in LC

Ecco cosa hanno fatto lo scorso fine settimana sette giovani scout, in una cerimonia dopo la Messa durante un'uscita, per poter così intraprendere un percorso che, con l'aiuto dell'intera comunità, li accompagnerà a diventare consapevolmente Uomini e Donne della Partenza.
La Carta di Clan è un documento ufficiale scritto, e periodicamente rinnovato, dagli stessi componenti del Clan, dove vengono messi per iscritto tutti i principi e gli obbiettivi che ne guidano le scelte, non solo di comunità, ma anche personali, e gli strumenti pensati per raggiungerne i traguardi. Questa firma diventa allora molto più che semplice inchiostro su un foglio bianco.
Scrivere il proprio nome significa impegnarsi, con lealtà, sacrifico e disponibilità. Significa fare del proprio meglio per essere partecipe in prima persona alla vita della comunità, per rendere gli obbiettivi riportati qualcosa di concreto.
Vuol dire così essere sinceri e mostrare rispetto nei confronti innanzitutto del suo contenuto, ed anche nei confronti di chi l'ha scritta, ovvero tutti quelli che stanno accanto a questi Rover e Scolte durante il loro percorso di crescita.Il gesto che questi sette ragazzi hanno fatto, così come molti prima di loro, è dare una risposta, è un "eccomi!".
Come tale, chiede loro di essere nella vita e di esserci da persone responsabili, che sanno rendere ragione delle proprie scelte e del proprio percorso.
Come e quanto esserci, poi, dipende unicamente dal modo in cui ciascuno decide di mettersi in gioco.Firmare la Carta di Clan è quindi un passo molto importante nel percorso scoutistico, una scelta molto più ardua di quanto possa sembrare.
Non è il raggiungimento di una meta, ma il punto di partenza di una sfida con se stessi per vivere con grinta, sfruttando i propri talenti.

 

pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.8 del 24 febbraio 2018

Pubblicato in RS noviziato
Venerdì, 16 Febbraio 2018 23:46

Insieme è sempre una festa

In occasione del nostro 30° anniversario ci siamo lasciati coinvolgere dal Carnevale per dare libero spazio all'animo di festa che, in questi mesi, si sta facendo sempre più vivo in noi.
Gli scout più piccoli, i lupetti ( 8 -11 anni), hanno partecipato alla sfilata per le strade di Brugherio al seguito dei carri degli oratori.
Le parole d'ordine sono state "festeggiamenti", "divertimento" e "gioco". Tutti termini che appartengono al mondo e allo spazio dei bambini, certi che un evento come il Carnevale sia vissuto da loro come protagonisti indiscussi. Il Carnevale riporta tutti un po' bambini e proprio loro ci invitano ad entrare nel loro mondo fatto di giochi, scherzi e colori.
Dietro ad una grande festa che coinvolge tutta una città può esserci molto altro.

"È nel clima gioioso e sereno che i bambini scoprono il valore del "bene comune", maturano gradualmente la consapevolezza dei propri diritti e comprendono che sono le regole a garantirne il rispetto"(articolo 16 del Regolamento Metodologico AGESCI intitolato "Educazione alla cittadinanza").

Ecco che il semplice divertimento di una sfilata in maschera può essere molto importante per la crescita di una persona. Una festa come il Carnevale crea proprio quel "clima gioioso e sereno" all'interno del quale ogni cosa si fa a misura di bambino. È la festa a cui tutti sono invitati, tutti sono liberi di uscire tra la gente dando libero sfogo alla propria fantasia senza paura di essere giudicato, con il solo pensiero di divertirsi e far divertire.

Il "gioco", che non è fine a se stesso, può farsi veicolo di quel sentimento di "bene comune", di quel sentirsi parte di una comunità. I bambini vivono in prima persona la sensazione di far parte di qualcosa di bello che se condiviso lo diventa ancora di più!

La cosa più bella è anche la più importante: il mezzo, con il quale si possono veicolare questi importantissimi e bellissimi valori, rimane un gioco; un'esperienza che può essere compresa e vissuta da chiunque, specialmente dai bambini.

  

pubblicato in versiona ridotta su NoiBrugherio - anno XV n.7 del 17 febbraio 2018

Pubblicato in LC